Prevista una maggiore crescita economica
Nonostante il prodotto interno lordo (PIL) svizzero sia rimasto praticamente invariato nel terzo trimestre 2016, l'economia svizzera dovrebbe proseguire sulla via della ripresa. Gli esperti della Confederazione contano su una crescita del PIL dell'1,5% nel 2016, e su una moderata accelerazione nel 2017 e nel 2018, rispettivamente dell'1,8% e dell'1,9%, sospinta sia dalla domanda interna che dal commercio estero. Lo ha comunicato oggi la Segreteria di Stato dell'economia (SECO).
La crescita economica mondiale è rimasta moderata nel 2016. Le turbolenze sui mercati finanziari internazionali verificatesi all'inizio dell'anno e la decisione in favore della Brexit, presa la scorsa estate dalla Gran Bretagna, non hanno rallentato la crescita in modo durevole.
Negli Stati Uniti, dopo un primo semestre deludente la crescita ha fatto registrare un sorprendente +0,8% nel terzo trimestre, sorretto in particolare dalla spesa per i consumi privati e dal commercio estero. "L'economia americana non riuscirà a mantenere questa velocità di crociera, ma è lecito prevedere una crescita ancora robusta", afferma la SECO.
L'eurozona ha confermato la ripresa moderata (+0,3%), grazie specialmente ai consumi privati e statali. Anche il Giappone, forte della sua politica monetaria e fiscale espansiva, lascia presagire nei prossimi due anni un moderato proseguimento della ripresa.
In Svizzera, gli indicatori congiunturali attuali prevedono una accelerazione della crescita. L'indice dei direttori degli acquisti nel settore industriale ha recentemente segnato un livello che si traduce in forte espansione. Il clima dei consumi resta inferiore alla media pluriennale da diversi trimestri, ma le attese dei consumatori relative all'evoluzione economica generale sono nettamente migliorate nell'ultimo sondaggio del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF). La domanda interna dovrebbe sostenere notevolmente la crescita.
Quest'anno i consumi privati sono rimasti al di sotto delle aspettative, ma dovrebbero progressivamente consolidarsi nel periodo in questione grazie a una moderata evoluzione dei salari reali e a una flessione della disoccupazione. Anche il continuo aumento della popolazione dovrebbe sostenere i consumi e gli investimenti nel settore edile dovrebbero riacquistare slancio grazie alle buone condizioni di finanziamento e all'effetto di sostegno del genio civile.
Per quanto riguarda il commercio estero nel 2016, in confronto agli anni precedenti - secondo la SECO - è lecito azzardare che avrà contribuito alla crescita del PIL in misura nettamente superiore alla media, grazie soprattutto ai forti progressi delle esportazioni chimico-farmaceutiche. Se nei prossimi anni la crescita dell'export dovesse in qualche modo normalizzarsi, è altrettanto vero che anche altri settori, come il turismo e l'industria metalmeccanica e metallurgica potrebbero progressivamente aumentare le loro quote. Nel 2017 le esportazioni dovrebbero crescere del 3,2% e nel 2018 del 3,7%.
Sulla scia della ripresa congiunturale il tasso di disoccupazione dovrebbe gradualmente diminuire dal 3,3% (2016) al 3,2% (2017) e infine al 3,1% (2018). Le prospettive congiunturali rimangono dunque positive, ma i postumi del franco forte potrebbero continuare a farsi sentire, precisa la SECO.